giovedì 29 settembre 2011


Come avrete notato, il blog non è stato per niente aggiornato: politica nazionale o territoriale, economia, sport...niente di niente. Non che mancasse carne a cuocere, per carità!, quella c’è sempre. A partire dalla manovra alla recessione, alle puttane procurate da Tarantini al Presidente del Consiglio, fino ad arrivare alle accuse infamanti subite dalla stampa sommese da parte dell’Amministrazione Allocca e i suoi consiglieri. Avrei potuto parlare del Napoli corsaro contro il Milan, prima, e il Villarreal, poi, o della strepitosa Festa della Sinistra tenutasi venerdì, sabato e domenica. Ma non l’ho fatto. Avrei VOLUTO SFOGARMI anche su un argomento come il cancro! Ma nemmeno l’ho fatto. Non so bene quale sia la forza che mi spinge ora a scrivere, ma sono contento di riuscire a farlo ora, malgrado non affronti un tema d’importanza collettiva.
Beh, il problema principale di questi giorni è purtroppo un’ennesima personale ricaduta nel baratro senza fine; un ennesimo duello con un maledetto topo che non si arrende e continua a rantolarmi in petto; la ripetizione di una guerra infinita conto il vuoto...e un nemico, invisibile, intangibile, ma che purtroppo per me, esiste. La penna, che a lungo, molto a lungo, è stata mia amica nei momenti più bui, sembra adesso essersi ribellata alle dita, incapaci perfino d’impugnarla e di tirarne parole. Perfino ora che sto scrivendo (sul cellulare, perché, come dicevo, su carta mi è praticamente impossibile) le parole mi sembrano estranee...o troppo poche... E pensare che una volta ne ero il mago! Ero il trovatore delle parole più impossibili da scovare nelle menti! Sto (altrettanto naturalmente) scrivendo di notte, perché la spossatezza diurna mi avvilisce e l’insonnia notturna, non meno avvilente, da questo punto di vista mi aiuta.
L’11 settembre avrei voluto scrivere dei celebri attentati di 10 anni fa, e fare un’analisi riguardo le teorie del complotto e cercare di capirne qualcosa in più. Invece no. (Ed ecco che il topo nel petto torna a lamentarsi). L’11 settembre non ho scritto nulla, non ho preso nessuna  penna in mano, né un foglio. Ho pianto tanto l’11 settembre. Ho pianto solo, chiuso in stanza, e ho pianto con mia sorella, chiusa in bagno. Ho anche finto di non piangere, ma piangevo...di continuo... Sapete, ci sono episodi nella vita, che sembrano interrompere il corso naturale di tutta l’esistenza, e che sembrano così completamente ingiusti e insuperabili. Ma poi te ne fai una ragione; poi ti rendi conto che sono cose che fanno parte di questo mondo.
No. Io non sono mai stato così. Non sono mai riuscito a farmene una ragione io, pur nella consapevolezza che pensarci e ripensarci non serve a un cazzo. L’ingiustizia, anche quella divina, non l’ho mai, oltre che capita, sopportata. E la mia vita è stata segnata, anzi squarciata, da innumerevoli ingiustizie divine! E credo siano questi i motivi delle mie cadute e ricadute.
Ci sono giorni da allora, da quell’11 settembre, che mi sento assurdamente privo di forze, a volte ho la sensazione che stia per avere un malore grave da un momento all’altro. Aspetto le crisi di panico, che già so che torneranno, così, all’improvviso, quando meno me l’aspetto. Le volte in cui non riesco a chiudere occhio fino a tarda notte sono praticamente uguali al numero di volte in cui dormirei per giorni interi. E le cose che più odio in questo momento sono gli estremi: i “fatti forza” mescolati come in un cockatail impazzito all’indifferenza. Odio l’indifferenza! E allo stesso modo odio le parole scontate!
Pina è stato l’amore mio...la zia che ti regala un amore quasi tangibile tanto che è forte, la zia che non si dimentica mai di un compleanno, di un onomastico o di una qualsiasi festa comandata…te ne puoi dimenticare tu ma lei non se ne dimenticherà mai! La zia che ti ha messo a disposizione una macchina, quella Y10!, solo per poterci buttare dentro le cartacce delle figurine, e che con quella macchina ti ha fatto girare tutto l’universo...sempre con la stessa musica, ma col volume altissimo!! La zia del classico regalo inaspettato di Natale e della calza pienissima alla Befana. La zia che non l’ho mai chiamata zia Pina, perché per me sei sempre stata PINA! La zia della parrucca al ristorante, e la zia del giocattolo che mi fece piangere da bambino... La zia del mercato a San Giuseppe, e quanto amavo andarci con te! E la zia del pollo immaginario...
Beh, lo sfogo l’ho fatto. Avrete capito perché una penna in mano ancora non riesco a prenderla, né a leggere tranquillamente un libro, o leggere solo le istruzioni della carta igienica.
All’in domani della sfiducia negata da voto parlamentare a Saverio Romano, Ministro della Repubblica indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, vi dico che spero presto di riuscire a ricucire il mio indissolubile amore con la penna... Amore che, nonostante questa crisi passeggera, esiste ed è ancora molto intenso...
Sperando di tornare presto, vi saluto e vi abbraccio forte.

Giovanni